In genere si pensa che il neonato non abbia vissuto stress importanti tali da aver bisogno di sostegni manuali, ma tenendo conto del grande evento che li accoglie alla vita e le eventuali conseguenze i punti di vista possono cambiare.
Alla nascita il neonato viene sottoposto a enormi forze mentre l’utero lo spinge contro le pareti del canale vaginale, deve ruotare e contorcersi mentre oltrepassa le ossa della pelvi nel suo viaggio breve ma altamente stressante, verso il mondo esterno.
Per superare queste difficoltà le dimensioni del cranio si riducono con la sovrapposizione delle morbide ossa, si “deformano” naturalmente per permettere il passaggio dalle pelvi; alla nascita questi adattamenti possono essere evidenti, presentando forme craniche non equilibrate.
Nei primi giorni di vita extrauterina, con l’inizio delle poppate, di pianti e sbadigli, la testa del neonato ha la possibilità di recuperare una buona forma e quindi una buona dinamica grazie alla sua plasmabilità. Tuttavia questo processo può risultare incompleto, causando difficoltà e tensioni.
Il contenitore influenza il contenuto quindi un adattamento non armonioso del cranio che persiste nel
tempo potrebbe facilitare la comparsa, anche negli anni successivi, di disturbi come difficoltà di drenaggio di muco, miopia, otiti ricorrenti o malocclusioni. Inoltre i collegamenti strutturali, fasciali e vascolo-nervosi lo mettono in relazione con tutto il corpo, la sua forma e funzionalità condiziona il tutto.
In alcuni casi un aiuto esterno come il trattamento osteopatico, tramite una stimolazione dolce e appropriata, può favorire il recupero di un buon equilibrio a livello del cranio e quindi di tutto l’individuo, per una crescita lungo la via della salute.