Spesso ci si chiede se assumiamo una postura corretta. Ma che significa?
Innanzitutto è importante capire cos’è la postura: è la posizione del corpo nello spazio e la relativa relazione tra i segmenti corporei, ed è la più idonea per sostenere le normali funzioni antigravitarie con il minor dispendio energetico, sia in dinamica che in statica.
La postura di un individuo è frutto del vissuto della persona stessa e viene condizionata da stress, traumi fisici ed emotivi, posizioni professionali inadeguate mantenute per diverse ore, respirazione scorretta, squilibri derivanti da un’alimentazione inadeguata e tanto altro ancora.
In base a ciò si può constatare che la postura è in continuo cambiamento e per capire se la propria è corretta non bisogna confrontarsi con lo scheletro appeso nelle aule di medicina o con le immagini delle tavole anatomiche. Una spalla più alta dell’altra, un arto inferiore più ruotato dell’altro non sono indice di una postura scorretta, ma possono rientrare nella nostra normalità.
Noi siamo il risultato del nostro vissuto in relazione all’ambiente e intervenire sulla propria postura può voler dire riconsiderare un vecchio trauma, liberare le tensioni accumulate in seguito a forti emozioni, migliorare gli scambi a livello cellulare o avvantaggiare il dispendio energetico.
Più che chiederci se assumiamo una postura corretta, è utile domandarci se è il caso di lavorare su sé per migliorare il proprio equilibrio e se il corpo ci sta avvisando con segnali che meritano attenzione.
Riconosciuta la difficoltà si potrà agire con alimentazione, attività fisica, osteopatia etc: tanti mezzi utili per ritrovare un buon equilibrio, ma è fondamentale la presa di coscienza della persona perché avvenga il cambiamento, che pone buone basi per il futuro.